martedì 7 settembre 2021

La mobilità sostenibile non è un hobby. Non è “valore aggiunto”. È una delle risposte necessarie alla crisi climatica globale.

Leggiamo con sconcerto gli articoli a proposito della direttiva di giunta con il parere sul GRAB emanata dal secondo Municipio di Roma, per di più presieduto dalla presidente, Francesca Del Bello, che - nel programma elettorale del proprio candidato sindaco - dichiara di voler favorire la mobilità sostenibile e la realizzazione del GRAB.

Le dichiarazioni pubblicate, in particolare sul lotto di via Guido Reni, ci sembrano miopi e assolutamente in contrasto anche con le premesse dello stesso documento, che ricorda l’adozione del PUMS per la città di Roma e la volontà - per ora solo su carta - da parte del Municipio di realizzare numerose zone 30 e successive isole ambientali. Tornare indietro su un progetto finanziato, di altissimo valore culturale e ambientale è ad oggi pericoloso e grave.

Il coraggio dell’innovazione e della trasformazione urbana devono passare dal centro, dalle aree densamente popolate e attrattive di turismo. In una normale capitale europea si sarebbe già realizzata una splendida isola pedonale davanti al Maxxi, dove la rigenerazione urbana avrebbe completamente trasformato un quartiere: noi ancora non abbiamo il coraggio neppure di realizzare una ciclovia.

La “notevole presenza di traffico” e la grande quantità di “vetture parcheggiate” su via Guido Reni non sono una situazione da accettare passivamente: sono un (grosso) problema da risolvere, tramite la riduzione del numero delle autovetture circolanti, che caratterizzano Roma come una delle città con più alto tasso di motorizzazione in Italia e in Europa, con un numero di morti e feriti in strada altissimo, dovuto a incidenti stradali e all’inquinamento. Oltretutto via Guido Reni, più di 20 metri di larghezza destinati oggi esclusivamente ad automobili e degrado, ha le potenzialità per diventare uno splendido viale delle arti e della musica, attrattiva turistica del quartiere e cittadina.

Come pure Villa Ada: una villa fino ad oggi abbandonata dalle istituzioni e che però ha scatenato discussioni e polemiche per non far passare le biciclette dove in realtà passano già. Un altro tratto fondamentale del GRAB, ma soprattutto un percorso protetto per le persone in bicicletta che vogliono spostarsi verso il centro della città invece di immergersi nel traffico automobilistico; un percorso sicuramente migliorabile (anche per la questione della chiusura notturna), ma utilizzato come scusa per rivendicazioni e conflitti strumentali che hanno come unica, inevitabile conseguenza il rallentare la trasformazione della città.

Disincentivare la mobilità privata a motore e la sosta a lungo termine, liberare lo spazio pubblico, incentivare la mobilità dolce (spostamenti a piedi, in bicicletta, in monopattino), potenziare il trasporto pubblico. Sono tutte azioni che vanno impostate contemporaneamente e senza rimandare; azioni degne di una capitale europea capace di trasformarsi, innovarsi e migliorare. Nessuna pressione, elezione e ricerca di voti dovrebbe rallentare questo processo. La nostra città è in ritardo, gravemente, nel fare la sua parte nella risoluzione della crisi climatica e nel proteggere la vita delle persone che la abitano, e non possiamo più permetterci di perdere tempo a contare i posti auto. 




Circolo Legambiente Mondi Possibili
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