venerdì 1 aprile 2016

Al referendum VOTA SI!

Salva il tuo mare, basta un Sì.
Il 17 aprile al referendum #votaSì per dire#STOPtrivelle

Leggi di più >> www.legambiente.it/referendum-stop-trivelle
Qui un'interessante analisi delle bugie contro il referendum >> lanuovaecologia.it/trivelle-tutte-le-bugie-del-no-al-referendum
Tutti gli articoli della Nuova Ecologia >> lanuovaecologia.it/tag/stoptrivelle
Comitato Ferma le Trivelle >> www.fermaletrivelle.it


12 commenti:

  1. per cambiare ci vorranno circa 10 anni come faremo a mandare avanti le nostre fabbriche i nostri mezzi di trasporto ed i nostri riscaldamenti? prima di fare quello che voi chiedete non è necessario avere le alternative funzionanti?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao, il gas estratto da quei giacimenti sarebbe appena sufficiente per 20 mesi. Guardati questo video come spunto di ulteriore riflessione per il referendum.

      http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-bdab75e7-b050-4d43-bc2d-db43483461bd.html

      Elimina
    2. Come è spiegato meglio nei link segnalati nell'articolo, le estrazioni entro le dodici miglia sono pari al 3% dei nostri consumi di gas e meno dell’1% di petrolio, ma soprattutto saranno abbondantemente compensati dal calo dei consumi in atto da diversi anni (- 22% di gas e -33% di petrolio negli ultimi 10 anni.

      Elimina
  2. Io sono uno che ha lavorato nell'industria Oil&Gas ed ho quindi un'esperienza diretta e vi dico che si stanno dicendo un sacco di falsità su questo referendum:
    1) le piattaforme dell'Adriatico sono altamente sicure e l'industria Oil&Gas è la più controllata in assoluto (in più di 70 anni di presenza di tali piattaforme non si è verificato nessun incidente).
    2) il mare sotto le piattaforme è pulito, è addirittura un'area di ripopolamento ittico e le cozze che crescono sulle gambe delle piattaforme sono di più alta qualità ed infatti vengono vendute al mercato ittico ad un prezzo maggiore.
    3) i turisti non si sono mai accorti che ci sono le piattaforme, anzi quando i battelli turistici portano i turisti a fare un giro attorno a loro perché le piattaforme sono un'attrazione turistica rimangono soddisfatti.
    4) il nostro gas che non produrremo noi lo produrrà la Croazia ridendo di noi.
    5) La ricerca e produzione di Oil & Gas non frena l'aumento delle rinnovabili: l'Italia è al primo posto al mondo come percentuale di rinnovabili. Ma non è possibile avere solamente le rinnovabili perché costano di più (hanno un costo per la collettività) rendendo il sistema industriale meno competitivo. Inoltre le rinnovabili risentono del clima.
    6) A causa del clima antindustriale già ora gli investimenti nell'Oil&Gas in Italia sono ai minimi termini e rischiano di sparire distruggendo l'industria italiana di questo settore che è attualmente una delle più competenti al mondo lasciando a casa migliaia di lavoratori (già ora se ne stanno licenziando e non è vero che vengono reimpiegati).
    7) Noi siamo l'unico paese al mondo che non sviluppa la sua industria petrolifera: anche paesi altamente ecologici come la Norvegia, la Danimarca, l'Olanda, la Gran Bretagna ecc ci tengono alla loro industria petrolifera ed invece di distruggerla l'aiutano.
    8) I nostri giovani fanno fatica a trovare lavoro, distruggendo l'industria italiana ne troveranno ancora meno e saranno costretti ad emigrare all'estero, magari andando a lavorare in una Compagnia petrolifera straniera.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. basta con questi referendum... stiamo pagando profumatamente un numero esagerato di persone che sono state votate per fare le leggi... lasciate che siano loro a fare le leggi giuste e prendere i provvedimenti necessari... L'Italia ha bisogno di gas e di petrolio, cosi non dovremo andare all'estero a comprarlo se lo peschiamo noi nei nostri mari

      Elimina
    2. Sei seria? Forse preferivi avere un re? Avanti, Savoia!

      Elimina
    3. italiani popoli di caproni e ignoranti. spero vi riempiano il mare di merda e vi facciano morire con le peggio malattie! ve lo meritate.

      Elimina
  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Consiglio a tutti la lettura dell'articolo di Enrico Verga, su Il Sole 24 Ore, per una più approfondita riflessione sulla spinosa faccenda delle trivellazioni entro le 12 miglia. Stranamente, pensando solo a portare soldi nelle casse dello Stato, sarebbe conveniente che vincesse il sì.

      http://www.econopoly.ilsole24ore.com/2016/04/14/trivelle-si-trivelle-no-facciamo-due-conti/

      Saluti

      Elimina
  4. In tutto il mondo un giacimento si sfrutta fino al suo esaurimento, solo in Italia si pensa di fare diversamente perché crediamo di essere i più furbi del mondo. Le Compagnie come Eni, che ha il maggior numero di piattaforme produttive dell'Adriatico, è una gallina dalle uova d'oro per lo Stato.
    Del ricavo Eni, bisogna togliere circa il 10% di Royalty + circa il 45% di tasse + i dividendi che Eni dà ogni anno allo Stato. Se invece dobbiamo comprare il gas ed il petrolio dall'estero, l'Italia deve pagare il prezzo pieno del prodotto + il trasporto senza ricevere alcuna Royalty, nessuna tassa e nessun dividendo.
    Le attività estrattive di idrocarburi dal mare italiano non hanno mai causato un incidente. Per quanto riguarda le chiusure dei giacimenti esauriti e lo smantellamento delle piattaforme in sicurezza, ciò avviene già da molto tempo senza sollecitazioni esterne e senza che nessuno se ne sia accorto.
    Per quanto riguarda i posti di lavoro persi, io conosco molti miei ex colleghi che hanno perso il lavoro e trovo che di vile ci siano solamente le persone che decidono di distruggere un'industria senza sapere nulla di essa; sembra di essere tornati al medioevo quando mettevano al rogo delle povere donne accusandole di stregoneria senza alcuna prova.

    RispondiElimina
  5. In tutto il mondo i giacimenti si sfruttano fino al loro esaurimento, vedi cave e miniere. Solo noi in Italia pensiamo che possa non essere giusto perché ci sentiamo i più furbi del reame. Lo sfruttamento dei giacimenti italiani, oltre a fare guadagnare una Compagnia petrolifera come Eni (che per inciso dà lavoro a migliaia di lavoratori/tecnici/progettisti/ingegneri di altissimo livello italiani), fa guadagnare le istituzioni locali che ricevono circa il 10% di Royalty, lo Stato Italiano che si prende circa il 45% di tasse, lo stato Italiano che si prende il 4% di IRAP ed ancora lo stato che si prende ogni anno i dividendi Eni. Se invece noi vogliamo chiudere tutto, allora la Croazia sarà felice di prendere il gas ed il petrolio del mare Adriatico che a noi fa schifo, ringraziando gli italiani. Noi invece dovremo comprarlo pagandolo a prezzo pieno + trasporto, mentre i Comuni, le Province, le Regioni e lo Stato non prenderanno più niente. Allora si troveranno costretti a mettere qualche tassa in più per recuperare quello che si è perso. Per quanto riguarda i posti di lavoro, una volta che avremo distrutto una Compagnia come Eni (una delle poche italiane che si sta ancora facendo valere nel mondo), per trovarne uno dovremo emigrare all'estero e magari potremmo trovarlo nella Compagnia petrolifera Croata che starà perforando nuovi pozzi nell'Adriatico per godersi anche il gas italiano.

    RispondiElimina
  6. Bizzarro quanti commenti in un blog che di solito non ne riceve nessuno.. sembra quasi fatto apposta :)

    RispondiElimina

Lascia un commento!